«Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, madre, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. [...] Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l’avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell’umanità?»
Se le carte dei tarocchi, specie quelle degli Arcani Maggiori, vanno lette in sequenza, non possiamo parlare dell'Arcano III, L'Imperatrice, senza fare accenno all'Arcano II, La Papessa.
Se osserviamo le due figure in successione possiamo scorgere similitudini, differenze ed evoluzioni. Ci troviamo in entrambi i casi di fronte a due donne, e l'associazione alla figura femminile è quella che tradizionalmente accompagna l'interpretazione di queste due carte perché manifestano energie che nel corso dei secoli sono state accostate alla femminilità. Questi collegamenti sono confermati nelle corrispondenze astrologiche delle carte, la prima associata alla Luna e al segno del Cancro, simboli di emotività e sensibilità, la seconda associata a Venere, simbolo di bellezza e grazia. L'accostamento e il contrasto delle due figure mi servono per farvi notare con immediatezza alcuni elementi dell'Arcano III, primo fra tutti l'apertura verso il mondo. Mentre la Papessa guarda i dintorni di traverso, sbirciando tra i veli del suo copricapo, l'Imperatrice ci guarda drittǝ in faccia. Mentre la Papessa è rappresentata quasi di profilo, orientata verso la sua destra, lasciando quindi spazio anche ad altri elementi che catturano la nostra attenzione, l'Imperatrice si prende tutto lo spazio ed è la figura primaria e centrale della rappresentazione. Mentre la Papessa sta ponderando, l'Imperatrice sta generando.
L'Imperatrice è una donna dotata di regalità innata, una figura naturalmente armoniosa e al contempo orgogliosa e consapevole delle sue doti. È colǝi che non teme e non rifugge i complimenti perché sa di meritarseli, è l'estro creativo, la forza della produttività. Si tratta però di una produttività, di una laboriosità completamente slegate dai concetti di spendibilità e di profitto. L'Imperatrice genera bellezza con lo scopo di goderne perché riconosce l'importanza della meraviglia, il gusto dell'"art fort art's sake".
Ma, come dicevo più su, l'Imperatrice si apre al mondo, ricopre un ruolo di rilievo che si è guadagnata lottando, scendendo in battaglia (come dimostra lo scudo che tiene con la mano destra). Dove l'ha condotta la sua lotta? Come salirà al trono e come sceglierà di esercitare il suo potere?
Non c'è personaggio che incarni le due anime dell'Imperatrice meglio di Morgaine, più nota come Morgana, la potente Maga di Avalon protagonista della saga di Marion Zimmer Bradley "Le Nebbie di Avalon". Morgana è una delle ultime testimonianze del glorioso passato di Avalon, l'isola sacra governata dalle sacerdotesse della Grande Dea, ormai ridotte al silenzio dai Cristiani giunti in Britannia da Sud. L'intera storia è metafora di come molte donne (e alcuni uomini) abbiano cercato di lottare contro l'unico credo propugnato dai Cristiani, impegnati in una strenua rimozione dell'elemento del divino femminile così forte nell'antica religione pagana.
Morgana si ritrova a svolgere un compito arduo: servire la Dama del Lago in un modo che ormai rifiuta la Dea e lei stessa si ritrova a dubitare dell'importanza della sua missione. Lotta, crede di agire per se stessa e secondo la sua volontà, non si tira indietro ma poi si risente, scopre di essere solo una pedina nel grande gioco di potere di questo strano mondo in continua evoluzione. Mentre gli uomini guadagnano potere e autorità, le sacerdotesse vengono messe all'angolo e Morgana, il cui destino sarebbe proprio quello di generare una stirpe sacra, rifiuta la maternità e rigetta il suo compito poiché questo le è stato affibbiato senza che lei potesse conoscerlo.
La volontà e il controllo sono elementi che all'Imperatrice non possono mancare affinché la grazia non si tramuti in disprezzo e la forza creativa non diventi distruttiva come quella della Mórrígan, la furia guerriera della mitologia irlandese che secondo alcunз ha ispirato la figura di Morgana. Così come la carta può rovesciarsi facilmente e oscillare tra lo spirito magnanimo e munifico del dritto e quello impietoso e cinico del rovescio, Morgana continua a muoversi da un opposto all'altro, a tratti mostrandosi accogliente, a tratti implacabile.
Quella raccontata nelle Nebbie di Avalon è una storia che parla di potere, esercitato, temuto o abusato, raramente condiviso o compreso pienamente. In gioco non c'è solo un trono, in questo caso caso, c'è il futuro dell'umanità che ha scelto di dimenticare il suo passato e che vuole soppiantarlo con un un principio unico, dogmatico e insindacabile. L'Imperatrice ci chiede invece di integrare tutti gli elementi che ci caratterizzano come esseri viventi, la forza, la sensibilità, il controllo, lo spirito creativo, la furia distruttiva, senza rifiutarne nessuno e senza lasciare che qualcuno di questi prenda il sopravvento.
コメント