top of page

L'Imperatore & Star Wars

Con l'Arcana Pop di oggi sono pronta a inimicarmi un'altra fanbase importante. Ma qui non abbiamo paura di niente e si va avanti sprezzanti del pericolo!

Quello che ho deciso di associare all'Arcano 4, L'Imperatore, non è un personaggio ma più che altro un concetto, un'idea, una figura che all'interno della saga di Star Wars ricorre a più livelli e in più occasioni. Mi riferisco alla figura del padre. A ben vedere i personaggi che ruotano attorno a questa serie di film sono pieni di daddy issues. Anakin (nei prequel), Luke e Leila (nella trilogia originale), Ben e Rey (nella nuova trilogia) sono solo alcuni dei personaggi che risentono, in un modo o nell'altro, del rapporto con un padre assente o viceversa ingombrante, e se includiamo anche i vari spin off il bacino si allarga (Jyn Erso in Rogue One, Mando e il suo rapporto con Grogu in The Mandalorian, insomma ci siamo capitз). Lo stesso nome Sith di Anakin (devo mica mettere uno spoiler alert? No, vero?) "Darth Vader" nelle intenzioni dei creatori richiama la parola "father", dunque il riferimento non potrebbe essere più evidente ed esplicito.

Ma come sempre, andiamo per gradi. Quali elementi dell'Imperatore richiamano la figura paterna e come si legano, in particolare, ad alcune figure paterne presenti in Star Wars? La rappresentazione per me più ricca ed evocativa dell'Arcano 4 è quella che ho inserito nell'immagine di copertina e che vi metto anche qui, del mazzo "Symbolic Tarot of Wirth", elaborato dall'esoterista Oswald Wirth ai primi del 900. Proviamo a scomporre la figura rappresentata da questa carta per cercare di capire come, nella società capitalista ed eteropatriarcale, la figura dell'Imperatore è immediatamente

La carta dell'Arcano IV, l'Imperatore, del mazzo di tarocchi "Symbolic Tarot of Wirth". Una persona male presenting in armatura siede su un cubo, tenendo in mano uno scettro e una sfera.

riconducibile a quella del padre: l'uomo che esercita il potere, che provvede al sostentamento della famiglia e amministra le finanze, il punto di riferimento principale e più importante. Da secoli la figura maschile del padre fa da metafora a quella del monarca (prima) e dello stato (poi). In quest'ottica ci si chiede: chi meglio del padre, il gerarca dell'istituzione familiare, sa cos'è meglio per i suoi figli?

La rappresentazione del Wirth esplicita questa condizione; vediamo l'Imperatore seduto sul cubo - la forma che richiama la solidità e la stabilità - e ha uno sguardo fiero che non incrocia mai il nostro perché lui guarda oltre. Non c'è spazio per la magnanimità e per i sentimenti.


La riflessione sull'Arcano 4 può essere anche una riflessione sulla maschilità o mascolinità, e in particolare quella che spesso definiamo tossica. In una società che ci costringe a ricoprire dei ruoli prestabiliti non può esserci la libertà di colorare fuori dai bordi. Alle persone che vengono percepite socialmente e biologicamente come uomini viene richiesto di esercitare la propria forza ignorando le conseguenze, perché sopra ogni cosa ha valore l'affermazione personale e individuale. In una parola: il potere.

La paternità diventa talvolta una sorta di palestra per l'esercizio del potere e dell'affermazione. Prendiamo il caso di Darth Vader: il suo obbiettivo più grande non è quello di uccidere suo figlio, disfarsene in qualche modo, ma quello di assorbirlo, annichilirlo umanamente convincendolo a passare dalla sua parte che è (senza ombra di dubbio?) la parte migliore, quella più giusta per lui e per tutti. Il momento in cui Anakin ritorna (per me è lui lo Jedi che ritorna nel "Ritorno dello Jedi"), quello in cui getta la maschera di Darth Vader, la maschera che gli ha concesso proprio l'Imperatore Palpatine (un surrogato di una figura paterna che Anakin non ha mai avuto e che ha cercato sin da bambino?), coincide non a caso col momento della sua morte. Una morte fisica, certamente, ma vissuta come una liberazione.

Anakin: Nothing can stop that now. Just for once, let me look on you with my own eyes. Now... go, my son. Leave me. Luke: No, you're coming with me. I won't leave you here. I've got to save you! Anakin: You already have, Luke. You were right. You were right about me... Tell your sister... you were right...
Fermo immagine del film "Star Wars, Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi" in cui Luke Skywalker parla con Darth Vader, suo padre, ormai moribondo.

Per riconoscere i propri errori e compiere uno dei gesti più difficili per questo tipo di padre, cioè ammettere al proprio figlio di essere in torto ("You were right" dice Anakin a Luke per ben 3 volte), bisogna essere pronti, in un certo modo, a morire. Spogliarsi della maschera sociale, del riconoscimento esterno in cui, almeno in parte, troviamo conforto significa essere messз a nudo, essere costrettз a reimparare, riascoltare, ricreare la nostra identità e scoprire, forse, che esistono modi altri per dimostrare di essere forti.

Comments


bottom of page