⚠️ QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER DI BETTER CALL SAUL ⚠️
Inauguro con questo post la rubrica "Arcana Pop - Arcani e cultura pop a confronto" perché trovo che associare gli arcani a qualcosa di familiare e tangibile sia il metodo più efficace per memorizzarne i significati. È e sarà una rubrica del tutto spontanea, cioè a cazzo... Non seguirò l'ordine numerale degli arcani né un filone preciso e sempre uguale a se stesso. Le associazioni tra arcani e riferimenti culturali saranno di vario tipo: serie tv, serie animate, libri (per il momento sono quelli che ho preparato), ma forse in futuro anche film e musica.
Il fatto che questa rubrica parta effettivamente con la carta che porta il numero 1, quella del Bagatto (o Mago), è in realtà un caso. Dopo 7 anni di onorata carriera Saul Goodman ha appeso la toga al chiodo. Una serie partita come spin-off della Serie per eccellenza, Breaking Bad, e che si è retta perfettamente sulle sue gambe per sei incredibili stagioni è finita qualche settimana fa e mentre stavo a guardare l'ultimo episodio col fiato sospeso non facevo altro che pensare "Cazzo, Saul è proprio un maledetto bagatto". Così ho avuto l'idea di creare una serie di post che indagassero i legami e le affinità tra arcani e cultura pop, la cultura "di massa", quell'agglomerato di cose più o meno indefinibili che hanno a che fare con l'intrattenimento nel senso più ampio possibile.
Partiamo dalla base: chi è il bagatto, cos'è un bagatto? Il termine è la traduzione del francese "bateleur" che compare nei tarocchi marsigliesi e nei Wirth e vuol dire "giocoliere,
ciarlatano". In alcuni mazzi (come nei marsigliesi, di cui vi ho messo un esempio qui) il bagatto ha l'aspetto di un giovane con lo sguardo sfuggente, in piedi davanti a un tavolo in cui mette in bella mostra tutte le sue chincaglierie. In altri mazzi (come nel Rider Waite Smith) il bagatto assume, in effetti, un aspetto più da mago, autorevole, con lo sguardo dritto verso di noi. Il suo tavolo è ben sistemato e mostra solo l'essenziale: le spade, i denari, le coppe e i bastoni (i semi degli arcani minori). In ogni caso, l'interpretazione di questa carta non cambia: il bagatto è l'affabulatore. Una persona in grado di usare le parole a suo favore, come dimostra perfettamente nella scena del finale (al min. 19.32) in cui il nostro bagatto dimostra al pool di avvocati dell'accusa di poter inventare una storia convincente abbastanza per mettere la pulce nell'orecchio a uno e uno solo dei giurati.
Avv: "And you think jurors are gonna buy that?" Saul: "One. All I need is one."
Tutte le persone in quella stanza sanno che Saul sta piegando la realtà a suo favore, che il suo dispiacere non è genuino, ma è abbastanza per far venire un piccolo, piccolissimo dubbio persino a noi, che lo conosciamo da ben più di 7 anni e avremmo dovuto ormai capire che di lui, sotto sotto, non ci si può fidare.
Il bagatto però non è solo bugie e invenzioni, è anche energia e ambizione. Il bagatto è lo spirito del mercante, il talento naturale, la capacità di procurarsi le risorse giuste per i propri progetti. Il bagatto è chi non si ferma di fronte alle difficoltà, non tanto per via di un innato
senso di abnegazione ma perché non può fermarsi, non ci riesce. L'energia fresca e vivace che si ha all'inizio di un viaggio è quella che caratterizza il bagatto.
Per tutta la durata della serie Saul non si è mai fermato, ha continuato a reinventare la sua identità. L'uomo nato col nome di James Morgan McGill è stato Slippin' Jimmy, il ragazzino che fregava gli avventori dei bar, poi Jimmy McGill, attorney at law, poi Saul Goodman e infine Gene Takavic, ma è sempre stato "The Magic Man".
Il bagatto è la definizione del meme "never let them know your next move" e infatti quando ormai credevamo di aver capito le intenzioni di Saul, ecco che in tribunale il nostro magic man getta la maschera, sorprendendo tuttз ancora una volta. L'ultimo atto di Saul Goodman può interpretarsi in due modi, secondo me; il primo, il più immediato forse, ha a che fare col bisogno di redenzione. Dire la verità, tutta la verità, per liberarsi dal peso della colpa. Il secondo, più interessante e credo più calzante col personaggio, ci parla di qualcuno che, nel bene o nel male, non può essere e non vuol essere mai domato. E alla fine proprio questa è la quintessenza della carta del bagatto.
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